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Psichiatra, psicoterapeuta, ricercatore e soprattutto ipnotista più influente del Novecento, è stato colui che ha rivoluzionato l'uso dell'ipnosi, considerandola un fenomeno naturale e una condizione diffusa (common everyday trance). Storicamente, fino al suo approccio, si utilizzavano prevalentemente tecniche di induzione, di fascinazione, pendolini e tutti i rituali che inducevano un soggetto in trance, ma che talvolta fallivano il compito semplicemente perché non rispettavano le resistenze dei soggetti. Infatti, fino ad allora, venivano usate tecniche dirette ed autoritarie. Erickson invece utilizzava prevalentemente un nuovo approccio autorevole e relazionale che 'ritagliava', un intervento 'su misura' del paziente, riconoscendone l'unicità. Accompagnava i pazienti a scoprire nuove esperienze mentali e fisiche, senza una formale pratica e senza ricorrere necessariamente ad un rituale d'induzione alla trance, ma semplicemente osservando e seguendo quello che in modo naturale spesso spontaneamente accadeva loro durante l'esperienza di trance (ad es. focalizzazione dell'attenzione, modifica dello stato di coscienza, micro-movimenti della mano ecc.). Erickson è stato colui che ha rivoluzionato l'idea dell'ipnosi ed ha offerto nuovi modi di fare psicoterapia, influenzando molti approcci in tutto il mondo. E' stato presidente e fondatore della Società Americana di Ipnosi Clinica (American Society for Clinical Hypnosis - ASCH) e inoltre membro della Associazione Americana di Psichiatria e della Associazione Americana di Psicologia e dell'Associazione Americana di Psicopatologia.  	Erickson è stato inoltre, un uomo che ha dedicato gran parte della sua esperienza professionale alla ricerca scientifica dell’ipnosi, ampliando così molte conoscenze di aspetti della stessa quali: le capacità, le risorse personali, le modificazioni psicofisiche, l’etica ecc.  Il suo principale intento era quello di dimostrare quanto in realtà l’ipnosi fosse lontana da qualsiasi rituale magico o potere particolare legato alla figura dell'ipnotista, come spesso veniva attribuita da false idee o credenze popolari. In particolare negli ultimi periodi della sua vita, la sua casa di Phoenix è stata accoglienza e luogo di incontro culturale e di ricerca di molti allievi, medici ricercatori e psicologi di tutto il mondo, dove quotidianamente presentava seminari per dimostrare il suo approccio all'ipnosi. Molto importante e nuova è la sua idea di inconscio: metaforicamente infatti lo considerava come un grande 'magazzino' mentale, di esperienze apprese dalla personalità, pieno di risorse importanti e da recuperare per la guarigione, rispettando ma discostandosi allo stesso tempo, dalla teoria freudiana secondo la quale invece, veniva considerato come un contenitore psichico di conflitti rimossi. Pertanto offriva a ciascun soggetto la possibilità di riassociare e riorganizzare la propria complessità psicologica interiore e di utilizzare le proprie capacità personali proprio in virtù di tale risorsa psichica. Nelle sue pratiche terapeutiche spesso utilizzava apparentemente semplici conversazioni, aneddoti, storie che avevano funzioni comunicative ed ipnotiche efficaci per comunicare direttamente o indirettamente all'inconscio delle persone attraverso l'uso frequente di metafore, con un linguaggio spesso suadente e poetico, ma sempre diretto agli obiettivi della terapia. 	Erickson, per gran parte della sua vita ha utilizzato spesso l'ipnosi per se stesso poiché ha dovuto lottare personalmente con diversi problemi relativi alla sua salute come ad es. di dolore cronico, problemi motori, auto-riabilitazione ecc. 	 	L'esperienza, probabilmente più forte, e metafora della sua resilienza, è stata quando all'età di diciassette anni fu affetto da una poliomielite potenzialmente mortale, a seguito della quale dovette re-imparare a percepire ed a usare il proprio corpo con le proprie capacità psicofisiche: le sue esperienze di auto-riabilitazione si basavano sul richiamo dei vecchi ricordi sensoriali per riapprendere l'uso dei suoi muscoli e dei suoi sensi. Tale rammemorazione era il punto di partenza di uno sviluppo graduale dei suoi processi ideomotori ed ideosensori. Questa esperienza, avrebbe rappresentato in seguito parte dei principi fondamentali della sua ipnosi (Erickson M.H. ,1982). 	 Come racconta la figlia Betty Alice, il suo corpo e le sue percezioni hanno avuto, per gran parte della sua vita una notevole importanza per la sua salute: gravemente daltonico, riusciva a godersi fino in fondo solo il colore viola. Amusico, ovvero incapace di distinguere diversi toni, affetto da aritmia, dislessico e paralizzato dalla poliomielite (...).(Erickson Betty Alice e Bradford Keeney, 2011) 	Infine, il paradosso più grande della sua esistenza era che egli, dal suo handicap, ne ha tratto risorsa definendolo: l'olio di ricino della vita, questo perché sin da giovanissimo e per tali limiti, ha sviluppato conseguentemente una ricchezza di risorse, flessibilità capacità di osservazione, inventiva, improvvisazione che lo hanno reso un genio dell'ipnoterapia (Zeig, J.K.,1990). Riferimenti bibliografici:  Milton H.Erickson, La ristrutturazione della vita con l'ipnosi, Casa Editrice Astrolabio, 1987. Zeig J.K., Erickson, Astrolabio, 1990 Erickson M.H. , La mia voce ti accompagnerà, Astrolabio, 1983 Erickson M.H. Opere vol 1, La natura dell'ipnosi e della suggestione, Astrolabio, 1982 Erickson Betty Alice e Bradford Keeney, Milton H. Erickson Un guaritore americano, Edizioni Dialogika, 2011. HOME IPNOSI NATURALISTICA M. H. ERICKSON ORARI E GIORNI CURRICULUM RECENSIONI ARTICOLI FOTOGALLERY
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